Inizio la mia rubrichetta (fatemi sperimentare un po’) su ciò che questa settimana ha calamitato la mia attenzione nel mondo cibernetico, ammesso che ci sia una qualche reale differenza rispetto al mondo fisico.
Lo 0-Day su Exchange ve lo siete già dimenticati tutti ma in realtà il tema è tutt’altro che chiuso e mi aspetto torni alla ribalta nel giro di qualche settimana. L’innesco è della settimana #9 e, oltre ad aver registrato una reattività non proprio eccellente da parte degli utilizzatori di questa piattaforma, i movimenti relativi alle vulnerabilità segnalate sono datati gennaio 2021 da diversi analisti. Ovviamente spero di sbagliarmi ma c’è la seria possibilità che fra qualche settimana vedremo gli effetti delle azioni di attacco in corso per mano di vari gruppi di criminali cibernetici.
Il tema della settimana è stato in realtà l’incendio che ha interessato il campus Datacenter di OVH a Strasburgo. Una delle quattro sale è andata completamente distrutta nella notte tra il 9 e 10 marzo, un’altra sala è stata in parte danneggiata. Tutto il sito è ovviamente stato spento per consentire le operazioni di verifica, pulizia e ripristino di ciò che si potrà accendere, ipostenicamente in settimana #12 come OVH stessa riporta sul proprio sito al seguente link: https://www.ovh.it/news/press/cpl1785.incendio-nel-dataceneter-strasburgo
L’evento è sicuramente qualcosa di eccezionale e le indagini chiariranno cosa è effettivamente accaduto considerando che questo tipo di installazioni sono tipicamente molto ben progettate e presidiate anche se in questo caso potrebbero esserci stati elementi o scelte architetturali un po’ datate. Per ora si possono fare solo supposizioni e speculazioni, cosa che personalmente eviterei fino a quando non ci saranno dei dati da analizzare e delle dichiarazioni da parte di OVH stessa che, proprio oggi, ha iniziato ha fornire qualche dettaglio sull’incidente che parrebbe essere stato causato da un guasto ad un UPS.
L’impatto è devastante: quattro sale spente di quella dimensione generano ripercussioni su migliaia di aziende e non saprei calcolale quanti utenti. Non si tratta semplicemente di avere dei siti web non disponibili, i Datacenter in oggetto ospitavano diversi sistemi e applicativi, oltre che molti archivi di dati al momento non disponibili. Per alcuni di questi archivi vi è la seria possibilità che non siano recuperabili.
Quasi tutti i commenti che ho letto ed ascoltato hanno il sapore del monito verso chi eroga servizi Datacenter o verso i clienti che ritengono di non aver bisogno di un Disaster Recovery. Propongo in alternativa una riflessione in relazione alla livello di dipendenza che abbiamo costruito nei confronti di una serie di tecnologie di cui generalmente non sappiamo nulla. Personalmente comincio a vedere delle debolezze nel paradigma dell’accessibilità alla tecnologie a prescindere da una consapevolezza di base, una sorta di livello minimo di cultura necessario per accedere ad una tecnologia di questo tipo. Soprattutto per chi ha poi intenzione di fare del business tramite questa tecnologia.
Ora l’evento in se è forse anche troppo estremo, ma i disservizi esistono anche nei migliori Service Provider che siano di qualche minuto, di qualche ora o di giorni interi come in questo caso. E’ qualcosa di cui bisogna essere consapevoli e solo quando ci sarà questa consapevolezza di base si potranno fare valutazioni di merito su temi tattici come i piani di recovery, la ridondanza geografica e tutto quello che volete metterci dentro.
Ultimo tema che mi ha interessato, un po’ in ritardo in realtà perché la notizia è della settimana #9, è la prossima missione che vedrà coinvolta Samantha Cristoforetti nel 2022. Da qualche tempo ho iniziato a seguire le evoluzioni tecnologie che ci stanno permettendo di avviare una nuova era di esplorazioni spaziali e, giusto per restare allineato al mio modo di approcciare la scienza e la tecnologia, ho iniziato a ragionare sulle implicazioni di un compromissione delle infrastrutture a supporto delle missioni spaziali e, più in generale, al tema della sicurezza cibernetica in uno scenario che vede l’umanità impegnata nell’esplorazione del sistema solare e nella colonizzazione di Marte. Una riflessione che è bene iniziare con largo anticipo.